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Intervista a Gianluca Santacatterina – Un ciclista con defibrillatore

Novembre 5, 2024/in Interviste, News /da Midori Blog

Gianluca Santacatterina nasce a Schio (VI) 56 anni fa. Ha 3 figlie e ha quasi sempre lavorato nel settore immobiliare.

 

Noi di Midori abbiamo avuto l’occasione e la fortuna di conoscerlo perchè ha recentemente pubblicato il suo libro “Pedala ancora, sempre con il cuore” di cui parte del ricavato sarà destinato alla nostra Associazione.

 

Quando gli chiediamo di presentarsi la prima cosa che dice è: “Sono un uomo fortunato.”

 

 

Ciao Gianluca, grazie per la tua disponibilità.

Puoi raccontarci il percorso che ti ha portato a scrivere questo libro?

 

In realtà non è stato un percorso che mi ha portato a scrivere questo secondo libro ma un percorso che mi ha cambiato radicalmente la vita.

Tre anni fa mi sono ritrovato in terapia semi intensiva per due settimane per problemi cardiaci senza sintomi, problemi e dolori. Sono uscito dall’ospedale con un Pacemaker impiantato nel petto.

 

Sono stato fortunato… e ho sentito il bisogno di ringraziare dando vita al progetto #pedalaconilcuore senza peraltro sapere che avrei poi subito un altro intervento nel 2022 e uno anche nel 2023.

 

 

Perché hai scelto di destinare parte dei ricavati del libro all’Associazione Midori?

 

Il progetto #pedalaconilcuore prevede tre obiettivi

  • diffondere la cultura della prevenzione (che a me ha salvato letteralmente la vita)
  • dare una speranza alle persone con la mia (oltre) patologia. Nonostante le limitazioni che una patologia può dare sto dimostrando che non bisogna arrendersi… mai
  • promuovere raccolte fondi

 

Per ogni mia impresa sportiva – o libro – tendenzialmente cambio l’Associazione o Fondazione destinataria di questa raccolta fondi  proprio per provare ad aiutare più realtà.

 

 

Hai ricevuto feedback positivi sulla sua intenzione di devolvere il ricavato all’Associazione?

 

La vostra Associazione mi è stata consigliata dall’amica Silvia che già si è adoperata per aiutarvi e mi ha parlato bene di voi.

Non da ultimo ho scoperto che i Disturbi del Comportamento Alimentare sono un problema importante quanto sconosciuto e sottovalutato.

 

 

Non è la prima volta che organizzi una raccolta fondi per delle associazioni del territorio.. cosa ti spinge a essere così attivo in quest’ambito?

 

No, anche in occasione del precedente libro io e il coautore Vittorio Zirnstein abbiamo devoluto 2 euro a copia alla Fondazione TOG di Milano e anche durante le mie numerose imprese sportive la raccolta fondi è stata sempre elemento fondamentale.

Fondamentalmente sono spinto dal desiderio di RINGRAZIARE.

 

 

Cosa speri che i lettori traggano dalla lettura del tuo libro?

 

Spero di trasmettere speranza.

 

3 interventi al cuore in 3 anni non mi hanno piegato e anzi continuo a pedalare compiendo imprese molto impegnative grazie alla mia forza di volontà.

Se riuscissi a trasmettere anche solo una parte di quest’ultima alle persone in difficoltà potrei considerarmi più che soddisfatto.

 

 

Che consiglio daresti a chi desidera seguire un percorso simile al tuo, sia in ambito letterario che di volontariato?

 

Come ripeto spesso nel mio primo libro #pedalaconilcuore “fare del bene fa bene, soprattutto a noi stessi”.

Se tutti noi riuscissimo dedicare un pò di tempo alle persone meno fortunate vivremmo in un mondo migliore

 

 

Come vedi il futuro dell’Associazione Midori e quale consiglio ti senti di darle?

 

L’unica cosa che mi sento di dirvi è di impegnarvi su divulgazione e comunicazione. Solo attraverso azioni di questo tipo potremmo provare a prevenire (in qualsiasi ambito) problematiche e patologie.

 

Se volete ascoltare il racconto di Gianluca e contribuire alle attività dell’Associazione con l’acquisto del libro potete farlo nei seguenti giorni e luoghi:

 

12.11.2024 ore 20:30 – Eroica Caffè Milano
19.11.2024 ore 20:30 – Robi Bike Belluno
28.11.2024 – Venezia
05.12.2024 ore 20.00 – Ruggine & co. Conegliano (TV)
https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2024/11/gs.jpg 624 1646 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2024-11-05 09:02:342024-11-05 09:02:34Intervista a Gianluca Santacatterina – Un ciclista con defibrillatore

Intervista alla Dott.ssa Nicoletta Morbioli

Settembre 12, 2024/in Interviste, News /da Midori Blog

Il primo giorno di scuola per tutti è un giorno speciale, di ripresa, di nuove amicizie, di un ritrovarsi e inziare un nuovo cammino.

 

Da anni noi andiamo nelle scuole ad incontrare studenti e professori per portare messaggi di accettazione, supporto e sensibilizzazione sui disturbi alimentari. E cosa non da poco, crediamo molto in questa missione.

 

Il nostro augurio quest’anno è accompagnato da una bella intervista concessa alla nostra volontaria Angelica, dalla dott.ssa Nicoletta Morbioli, che dirige l’Ufficio Ambito Territoriale VIII di Vicenza, senza il cui supporto tra l’altro, non sarebbe stato possibile far giungere a tutte le scuole di ogni ordine e grado della provincia di Vicenza la guida “Ascoltare…tra le righe” sui disturbi alimentari.

La dottoressa Morbioli ci racconta cosa l’ha portata a credere in Midori e in quello che facciamo, attraverso uno sguardo limpido e umano, che è lo stesso che noi rivolgiamo a lei, con gratitudine.

 

Come si interseca Midori con la sua missione lavorativa o umana?

 

Il mio ruolo è quello di Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Vicenza, ma ancora molte persone mi chiamano “Provveditore”, che era il nome usato storicamente per indicare la persona che gestiva quello che era l’organo dell’amministrazione periferica, dipendente dal Ministero della Pubblica Istruzione. Personalmente devo ammettere che questo termine mi piace di più, anche se, forse, non lo dovrei dire…(e ride), in quanto la sua etimologia deriva da “chi provvede a qualcuno o a qualcosa”.

 

Quando gli studenti e le studentesse mi chiedono del mio lavoro, dico loro che “devo provvedere a garantire le condizioni per farli stare bene e, con loro, tutto il personale all’interno dell’istituzione scolastica”. Credo, pertanto, che la mia mission lavorativa sia quella di fare rete sul territorio con chi si dà da fare per garantire il benessere dei nostri bambini, degli adolescenti e dei giovani e Midori è uno di questi “alleati” per raggiungere l’obiettivo.

 

Perché gli insegnanti vanno formati sui disturbi alimentari e come è stato accolto il materiale informativo o l’impatto di Midori nelle scuole? 

 

All’interno dell’ambiente scolastico i ragazzi/e trascorrono la maggior parte del loro tempo e le persone con cui interagiscono maggiormente sono i compagni e i docenti. Questi ultimi devono essere formati per dotarli degli strumenti necessari per riconoscere tutti quei segnali che possono costituire una preoccupazione rispetto allo sviluppo di un DCA o verso qualche altra forma di disagio infantile o adolescenziale. È importante avere un contatto tempestivo con la famiglia per cercare di capire il decorso degli eventi e se anche loro si sono accorti di qualche cambiamento in casa rispetto all’alimentazione, all’attività fisica o altri aspetti. Creare rete tra la scuola e la famiglia è fondamentale per assicurare sostegno e supporto, soprattutto in caso di malattia, senza dimenticare l’importanza del ruolo dei compagni di classe, che sono un’indispensabile risorsa.

 

Il materiale informativo, come la mini-guida predisposta da Midori e il contatto con l’Associazione, sono stati fondamentali per capire alcuni aspetti a cui prestare attenzione e avere indicazioni utili per capire a quali professionisti potrebbe essere indirizzato lo studente/tessa stesso, i suoi familiari, i docenti e l’intera classe, in ottica preventiva.

 

Le attività di Midori si agganciano a un suo ricordo? Se sì quale e come? 

 

È da più di trent’anni che lavoro nella scuola, prima come docente e poi come Dirigente scolastica, per cui ho imparato da tempo che dietro ad un disturbo alimentare e della nutrizione si cela una sofferenza di natura psicologica e psichica. Se, però, questi disturbi vengono identificati tempestivamente e si attuano contesti di cura multidisciplinari, è più alta la possibilità di guarire. In un racconto che ho scritto, parlo della storia vera di una mia conoscente. Narro che all’ingresso della struttura in cui era stata ospitata per curarsi, campeggiava un pensiero dello scrittore Jodorowsky: “Il camaleonte si rese conto che per conoscere il suo vero colore doveva attraversare il vuoto”. Concludo la narrazione scrivendo che, al suo rientro a casa, la protagonista ha appeso all’ingresso, illuminata dal sole, una campana a vento ornata di un piccolo camaleonte e dice: “Come lui, libera da tutti i condizionamenti, posso dire finalmente di essermi rivestita del mio colore originario per essere pienamente me stessa”.

 

Quando pensa ai disturbi dell’alimentazione, cosa la spaventa di più?  E di fronte alla paura e alla malattia lei come si sente? 

 

Di fronte alla paura e alla malattia, solitamente, se riguardano la sottoscritta, sono molto fatalista, oserei dire “distaccata”, mentre mi preoccupo per chi mi sta vicino e per chi conosco.

 

Riguardo ai disturbi dell’alimentazione, il primo sentimento che affiora in me è una profonda tristezza perché il sintomo alimentare relega in una condizione di solitudine, in quanto l’interessato/a tende a ritirarsi dai legami e si chiude in se stesso, rendendosi inaccessibile. I genitori, i professori e gli amici devono farsi avanti per infrangere il silenzio perché essere fuori dal legame relazionale è proprio ciò di cui il disturbo alimentare si nutre.

 

Secondo Lei qual è il modo più adatto per trasmettere insegnamenti ai giovani nelle scuole oggi? 

 

Per trasmettere insegnamenti ai giovani, a scuola e fuori, io credo che un adulto debba seguire tre principi base e l’ordine con cui li cito, non è di importanza:

  • Prima di tutto deve essere un esempio autentico, trasparente e credibile.
  • Deve poi saper creare e condividere esperienze insieme. La comunicazione con i ragazzi/e deve essere fluida e dovrà promuovere l’interazione per aumentare il loro coinvolgimento e ottenere maggiore considerazione.
  • E poi, ciascuno/a di loro deve sentire che noi ci teniamo, che ci sta “a cuore”.

 

L’ I care di Don Milani.

 

Come si augura che si sviluppino le coscienze dei più giovani? 

 

Lo sviluppo delle coscienze dei più giovani dipende da noi adulti. Come educatori dobbiamo essere consapevoli del nostro ruolo e capire che è necessario sviluppare nei bambini/e e nei ragazzi/e una “retta coscienza” perché in essa ha sede la capacità di scoprire il valore dell’uomo e di dare senso e significato alla vita e al mondo che ci circonda. È un percorso educativo quotidiano, che costruisce coscienze valide, che hanno la capacità di sapersi collocare nella realtà e di viverla con una certa serenità, affrontando le difficoltà come parte integrante della vita stessa. Il mio augurio, quindi, è che ciascun preadolescente e adolescente abbia accanto più figure positive di adulti che lo aiutino a scoprire, conoscere, verificare e inventare se stesso nel mondo, ogni giorno. Perché la coscienza è combinazione viva di consapevolezza e sperimentazione, dove fare emergere proattività nuove.

 

Se potesse tornare indietro nel tempo pochi minuti e incontrare la lei studente, quale consiglio si darebbe?

 

Il primo consiglio che mi darei è “Viaggia!”, “Inizia a conoscere i tuoi limiti e le tue risorse nell’avventura del viaggio, nello spostamento per conoscere nuove città, lingue diverse, altre persone. Non perdere queste occasioni. Convinci i tuoi genitori, dicendo loro che non sono capricci e che il viaggio conta come andare a scuola”.

 

Che significato ha per lei la presenza di una scuola in ospedale? Che altro si augurerebbe costruire se fosse possibile?

 

La Scuola in Ospedale è fondamentale. Per i bambini/e e i ragazzi/e ricoverati mantiene il ruolo importante di dare loro un aggancio alla normalità, oltre a garantire il diritto a conoscere e ad apprendere, nonostante la malattia. Alle famiglie la Scuola in Ospedale dà la possibilità di continuare a sperare, a credere e a investire sul futuro.

Per quanto riguarda la Scuola in Ospedale di Vicenza mi auguro che, a breve, siano destinati degli spazi esclusivi solo per le attività scolastiche, così da poterle allestire con attrezzature ad hoc.

 

Se potesse colorare Midori, di che colore la colorerebbe? 

 

Senza dubbio e d’istinto, associo Midori ai colori dell’Arcobaleno. E per due motivi: il primo è perché questi colori sono una delle tante meraviglie che la Natura ci offre e quando questo fenomeno appare nel cielo non possiamo fare a meno di ammirarlo.

 

Il secondo motivo è perché l’Arcobaleno è associato sempre ad un significato molto benevolo e positivo per l’uomo. È come se, dopo un temporale nella propria vita, si guardasse in modo colorato e positivo al futuro, accettando le nuove sfide con più fiducia.

 

Spero che Midori abbia questo effetto su tutti i giovani che devono affrontare un DCA.

https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2024/09/morb.jpg 624 1646 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2024-09-12 16:58:232024-09-12 17:04:41Intervista alla Dott.ssa Nicoletta Morbioli

Progetto “Magica-Mente” – Intervista alla dott.ssa Giulia Carradore

Marzo 6, 2024/in Interviste, News /da Midori Blog

Buongiorno Giulia, grazie per la disponibilità!

Presentati e raccontaci una curiosità su di te..

 

Buongiorno a tutti, sono la Dott.ssa Carradore Giulia Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale.

Lavoro principalmente con l’Adolescenza, sia nelle scuole come Sportello d’ascolto o progetti su varie tematiche, che in Libera Professione.

 

Ho scelto questa fascia d’età perché la mia adolescenza non è stata semplice e ciò mi permette di sentire una certa sintonia con le problematiche di quest’età unendo poi tutta la parte teorica per la quale mi sono formata.

 

Come hai conosciuto l’Associazione Midori?

 

Ho conosciuto l’associazione tramite il mio Tutor di Tirocinio della scuola di Psicoterapia, il dottor Enrico Ceccato (psicoterapeuta del Centro Provinciale per i disturbi alimentari ULSS 8Berica- Vicenza), sono stata affidata a lui quando ancora muoveva i primi passi con con il progetto “Disorder” nelle scuole superiori, poi pian piano il progetto si è espanso e lui ha riconosciuto in me delle capacità valide per affiancarlo in tale ruolo.

 

Parliamo del progetto MagicaMente (finanziato dalla Regione Veneto DGR 480/2023): qual è il tuo ruolo?

 

In MagicaMente sono una delle due psicologhe che svolge le varie attività con gli studenti.
Dopo aver studiato come implementare il progetto in classe, siamo passate alla fase attuativa.

 

Pensi che il progetto porterà dei buoni risultati alle persone coinvolte?

 

Lo spero, e ci credo. Io ho già condotto i primi 5 incontri ed in maniera qualitativa si possono già cogliere delle differenze.

 

Più di un alunno ha riportato di aver cambiato atteggiamento con le foto che vede sui social, nel modo in cui si giudica o si confronta; sta imparando ad apprezzarsi di più e ad attivarsi per far sì che alcuni ideali (es. ideale di magrezza= ideale di bellezza) siano meno radicati nelle conversazioni che tiene.

 

Cosa ne pensi dell’operato dell’Associazione a oggi?

 

Penso che si sempre più in espansione e allo stesso tempo non lo fa con una spinta irrazionale anzi, assieme lavoriamo sempre tutti assieme per valutare come stiamo procedendo e accogliamo le idee di ognuno perché l’altro è sempre una risorsa.

 

Un ultimo consiglio per l’Associazione Midori..

 

Al momento non ho da aggiungere molto… ma solo perché sento che stiamo facendo molto e ci confrontiamo positivamente spesso!

https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2024/03/giulia.jpg 624 1646 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2024-03-06 17:56:182024-03-08 13:20:06Progetto “Magica-Mente” – Intervista alla dott.ssa Giulia Carradore

Progetto Sabrina 2023-2024, i nuovi incontri sono resi possibili dal Gruppo Giovani di Restena

Dicembre 4, 2023/in Interviste, News /da Midori Blog

L’Associazione Gruppo Giovani Restena è nata nel 2015 composta da un gruppo di giovani della comunità di Restena di Arzignano con la volontà di unire le forze e le energie per creare eventi al fine di raccogliere risorse per beneficenza.

 

Il tutto si quantifica in particolare nei 2 eventi annuali Camminata per la Vita e Restena Trail, manifestazioni podistiche e non solo che permettono al gruppo di raccogliere importanti fondi che possono destinare in beneficenza.

 

Quest’anno il Gruppo ha scelto di sostenere la nostra Associazione. Con la somma raccolta abbiamo potuto avviare gli incontri nelle scuole superiori all’interno del Progetto Sabrina. 

 

In particolare, grazie alla donazione, abbiamo avviato il progetto a novembre e lo concluderemo entro aprile 2024; in tutto incontreremo 1200 studenti delle scuole:

 

  • IIS. “Marzotto-Luzzati” di Valdagno
  • CFP di Trissino
  • IIS “Almerico da Schio” di Vicenza
  • Istituto Farina di Vicenza
  • ITE Piovene di Vicenza
  • Liceo “G.B. Quadri” di Vicenza
  • Istituti “San Filippo Neri” di Vicenza
  • Liceo “Pigafetta” di Vicenza
  • Liceo “Fogazzaro” di Vicenza

 

Oltre agli interventi di sensibilizzazione agli studenti è prevista anche una formazione specifica per gli insegnanti da parte delle psicologhe coinvolte nel progetto.

 

Come è arrivata la scelta dell’Associazione Midori in qualità di beneficiaria della vostra iniziativa “Camminata per la Vita”?

 

Ogni anno, per scelta secondo il nostro Regolamento, destiniamo il ricavato ad una Associazione che opera nel Territorio e che sia coinvolta a fin di bene.

 

Quest’anno abbiamo scelto Midori grazie alla segnalazione di una persona amica a noi legata e sensibile alla nostra attività benefica.
Fin dalla conoscenza, Midori ci ha colpito positivamente per l’impegno profuso in un tema così delicato che purtroppo tocca tantissimi ragazzi anche nella nostra vallata.

 

L’iniziaitiva ha riscosso un enorme successo e ha permesso di raccogliere una somma importante, vi aspettavate questo risultato?

 

Anche in questa occasione, abbiamo potuto riconfermare l’affetto e il sostegno dei partecipanti che numerosi hanno partecipato anche quest’anno; non di meno grazie anche alle favorevoli condizioni meteo che ci hanno permesso di organizzare e vivere una giornata riscaldata dal sole primaverile e dai sorrisi delle persone attorno a noi.

 

Cosa significa per voi contribuire alle attività dell’Associazione Midori?

 

Speranza. In tutte le occasioni attraverso le quali abbiamo potuto aiutare con il nostro contributo le varie Associazioni cui ogni anno devolviamo tutto il nostro ricavato, confermiamo la nostra soddisfazione e felicità nel poter aiutare concretamente chi si trova in una situazione meno fortunata di noi.

Questo è lo scopo principale della nostra Associazione.

 

Un consiglio e un saluto all’Associazione

 

Il nostro consiglio: continuate a impegnarvi come noi! L’unione di tante piccole gocce riesce a riempire il mare!

https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2023/12/restena-e1701685083205.jpg 506 1196 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2023-12-04 10:18:402023-12-04 10:42:51Progetto Sabrina 2023-2024, i nuovi incontri sono resi possibili dal Gruppo Giovani di Restena

Tutto dipende da te – La storia di S.

Dicembre 4, 2023/in Interviste, News /da Midori Blog

Tutto dipende da te.

 

È questa la frase che mi sono sempre sentita ripetere durante quei due anni. Due anni che, per tutti infernali, sono per me ora velati, nascosti da una nebbia che ne oscura il vivido ricordo. “Com’ è possibile che tutto dipenda da me se nessuno mi lascia fare ciò che desidero realmente? Se tutti, proclamando il mio bene, mi costringono a fare quell’unica cosa che mi terrorizza e mi ripugna?”

 

Erano queste le risposte che, dietro a quell’annuire accondiscendente, mi sferzavano la mente, facendomi crescere per l’ennesima volta quella rabbia che, spietata, si rivolgeva verso coloro che si frapponevano fra me e i miei obiettivi, le mie ragioni di vita, ma, soprattutto, verso me stessa, evidentemente non abbastanza forte da prendere in mano la situazione, ribellarmi a tutto e a tutti senza curarmi delle conseguenze.

 

Sono arrabbiata, furiosa. Ma sono anche triste. Triste perché non riesco più a studiare e non riesco a fare una rampa di scale senza dovermi fermare, vinta dal fiatone. Sopraffatta da quella paura di uscire di casa, con il timore del giudizio degli altri, ma soprattutto del mio giudizio su me stessa, dei miei continui paragoni.

 

Ormai relegata in casa, il divano è diventato il mio unico amico. È lui ad accogliere le mie lacrime, versate di nascosto mentre tutti cenano. “Faccio schifo. Si, faccio schifo. Non posso continuare così”.

 

Salgo per l’ennesima volta sopra la bilancia. Da questa mattina sono aumentata. Sicuramente è colpa di quei due biscotti che ho mangiato per merenda. Così, presa dalla disperazione, mi rannicchio su me stessa (sopra il tappeto, perché il pavimento è freddo ed io lo soffro moltissimo in questo periodo, il freddo) e piango. Piango, piango forte ma in silenzio sperando che mia mamma non mi senta e non venga a consolarmi. Perché non capirebbe, non capisce mai.

 

Quella “macchia” dentro la testa mi urla che sono debole, incapace di portare a termine ciò che mi prefiggo. Mi dice che sono una fallita e che, se voglio davvero raggiungere la serenità, devo vedere quel numero della bilancia calare. Tutti mi dicono che ormai sono carne e ossa e devo ammettere che anche io inizio a vedermi molto magra.

 

“Arrivo solo ai xx, poi mi fermo. Lo giuro” dico fra me e me, per rassicurarmi, pur sapendo che non mi sarei mai fermata, che nessun numero mi sarebbe mai bastato. “Eppure, sono conscia dell’enorme delusione che sto portando nella mia famiglia.

 

Una figlia anoressica, chi la vorrebbe? Una ragazza problematica, ecco cosa sono. Comprendo e compatisco i miei genitori perché so che vogliono il mio bene”. Pensieri contrastanti affollano la mia mente e, combattuta tra l’amore della mia famiglia e quelli che sono gli unici scopi della mia esistenza, mi relego in un mondo ideale, il cui unico pensiero sono le calorie e l’unica preoccupazione dimagrire.

 

E così le giornate passavano, tra lacrime e commiserazioni, tra pianti e litigi con chi, esasperato, tentava di farmi ragionare. Fino a quando, un giorno, quella frase mi rimbombò in testa. Tutto dipende da te.

E compresi che, fino a quel momento, non avevo sbagliato, avevo solamente indirizzato la mia forza e la mia determinazione verso gli obiettivi sbagliati. Compresi che la vita mi stava sfuggendo dalle mani e che quello non era il mio futuro. Io, che desideravo diventare moglie, madre di due figli (un maschio e una femmina) e al tempo stesso lavoratrice, non avrei ottenuto nulla di tutto ciò.

 

Iniziai a pensare a chi mi voleva bene, a coloro che in quei due anni avevano sacrificato la loro vita, il loro lavoro per aiutarmi, per offrirmi le migliori cure. Iniziai a farlo per loro. Vedete, non si può iniziare per sé stessi. Solo i più forti lo fanno, solo loro si rendono conto che rialzarsi è l’unico modo per andare avanti. Ma quelli caduti troppo in fondo, quelli sommersi da tutti quei pensieri che, soffocanti, non ti permettono più di respirare, devono iniziare a risollevarsi per qualcuno. Io iniziai per i miei genitori, naturalmente, e per mio fratello che, cinque anni in meno di me, era costretto a comportarsi come un fratello maggiore, tutelandomi dagli altri e da me stessa. Io iniziai per loro.

 

Piano piano, con il riacquistare delle forze e soprattutto della lucidità, mi resi conto che la motivazione era cambiata, la motivazione ero diventata io. Non posso e non voglio cancellare ciò che è stato, fa e farà sempre parte di me e, dopo le cadute della vita, mi aiuterà a rialzarmi, sempre più forte di prima; conscia che ciò che ho vissuto, quella disperazione accompagnata al dolore, alla paura di deludere tutti, inclusa me stessa, non si prenderà mai più neanche un giorno della mia realtà.

 

E poi…

 

E poi gli anni sono passati ed io ci sono riuscita, io mi sono ripresa la mia vita. Certo, non ho dimenticato il passato; anzi, ogni giorno lo sfrutto per godermi il presente, per migliorare il mio futuro.  Ogni giorno cerco di smussare quegli aspetti che di me non piacciono a ME, cerco di rispettare le mie esigenze e di interfacciarmi con gli altri nel modo che più mi si addice, senza prevalere o farmi sminuire. Mi faccio rispettare, con quella dolcezza che da sempre mi caratterizza.

 

Il mio augurio, per voi, è di amarvi e di rispettarvi; perché scappare non cancella i problemi, non vi fa evitare le delusioni; fuggire vi preclude dall’avere splendide ed inaspettate sorprese e quelle detestate lacrime, ne sono sicura, un giorno diverranno anche per voi pioggia di gioia e di gratitudine.

 

Si, la vita è veramente bella.

 

“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”. Primo Levi

https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2023/12/testimonianza.jpg 628 1200 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2023-12-04 10:15:192023-12-04 10:48:11Tutto dipende da te – La storia di S.

Il percorso di “Nonni…NON MANGIO!”

Ottobre 29, 2023/in Interviste, News /da Midori Blog

Oggi abbiamo incontrato Marisa, coordinatrice del volontari all’Associazione Midori, che in questo periodo ha seguito in prima persona il progetto “Nonni…NON MANGIO!”.

 

Le abbiamo fatto alcune domande per farci raccontare com’è andato il progetto.

 

Ciao Marisa, presentati e racconta il tuo ruolo in Midori

 

Coordino i volontari dell’Associazione Midori e a volte affianco la Presidente in progettualità o relazioni con il territorio, come nel caso del progetto rivolto ai nonni e persone adulte che abbiamo presentato in risposta ad un bando del Comune di Schio.

 

Hai seguito in prima persona il progetto “Nonni.. NON MANGIO!”, ci puoi raccontare di cosa si tratta?

 

Innanzitutto vorrei parlare dei partner di progetto: oltre all’amministrazione comunale che ha approvato e quindi finanziato il progetto, i contenuti, la realizzazione degli incontri e la diffusione sono stati possibili grazie alla collaborazione con l’ULSS7 Pedemontana e la Banca BCC Verona e Vicenza.
Il progetto è stato diffuso anche dalle associazioni di adulti locali: Università Adulti Anziani, La Famiglia, Il Focolare.

 

Lo scopo del progetto era proprio di rivolgersi ai nonni come nuovi destinatari.

Per Midori è sempre stato prioritario coinvolgere la famiglia, i genitori e i fratelli, come abbiamo fatto con progetti specifici nei vari percorsi di affiancamento alla cura, ma a un certo punto abbiamo sentito l’esigenza di parlare anche ai nonni, che spesso accolgono i propri nipoti per il pranzo e offrire loro informazioni utili per intercettare i campanelli d’allarme dei disturbi alimentari nelle loro varie forme, per sottolineare i comportamenti più utili da adottare e quando è opportuno chiedere aiuto agli esperti.

 

Quanti incontri prevedeva il progetto e che professionisti ha coinvolto?

 

Abbiamo programmato 3 incontri al mattino e 2 al pomeriggio per favorire la partecipazione in orari differenti, con un incontro conclusivo svoltosi venerdì 27 ottobre alla presenza dell’Assessore Cristina Marigo, intervenuta anche in apertura in quanto convinta sostenitrice della proposta informativa.

 

Le professioniste coinvolte sono state la dr.ssa Elisa Brazzale, psicologa e psicoterapeuta e la dr.ssa Silvia Maccà, dietista, dell’ULSS7 Pedemontana, che hanno presentato i disturbi alimentari e principi di alimentazione adeguata; la dr.ssa Maria Luisa Quadri, psicoterapeuta familiare che ha sottolineato più gli aspetti della relazione nonni-nipoti all’interno delle dinamiche familiari.

 

C’è stata una buona risposta agli incontri?

 

C’è stata una buona presenza, sicuramente hanno partecipato persone che avevano già percepito delle criticità nel loro contesto familiare o nella loro rete, mentre non sembra essere ancora una tematica di interesse più ampio, cosa che invece sarebbe da sviluppare.

 

Personalmente infatti mi ha molto colpito come nel suo intervento la dott.ssa Brazzale abbia sottolineato come sia cultura diffusa, e se fate caso è assolutamente così, esprimere sempre apprezzamento verso chi perde peso e, al contrario, avere un giudizio negativo per chi ne prende, a prescindere.

 

Secondo te il progetto ha contribuito a un cambiamento culturale?

 

Per noi di Midori l’esperienza di questi 5 incontri è stata più che positiva perché sentiamo di aver creato una nuova attenzione su questi disturbi, e dai questionari che abbiamo raccolto ci sono state fatte anche delle specifiche richieste, alle quali cercheremo di rispondere.

 

Ad esempio di parlare in modo più diretto anche della tematica dell’alimentazione inerente l’anziano, è un bisogno per il quale potremmo attivarci in un lavoro di rete con altre associazioni, come anche di un’azione più diffusa di educazione alimentare per i genitori sin dalla tenera età dei figli.

 

Grazie Marisa e in bocca al lupo per tutto!

https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2023/10/nonni-non-mangio.jpg 628 1200 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2023-10-29 09:11:292023-10-29 16:20:43Il percorso di “Nonni…NON MANGIO!”

Al progetto Origami passaggio di testimone

Settembre 20, 2023/in Interviste, News /da Midori Blog

Oggi vi facciamo conoscere Michela Artuzzi, psicologa e psicoterapeuta in formazione, che da agosto 2022 dona parte del suo tempo a Midori in qualità di volontaria su più attività.

 

Da questo settembre cambia ruolo e diventa ufficialmente una delle professioniste che operano per Midori in particolare all’interno del Progetto Origami e del Progetto Sabrina.

Michela si è resa gentilmente disponibile per rispondere ad alcune domande.. buona lettura!

 

Ciao Michela, grazie per la disponibilità!
Presentati e raccontaci una curiosità su di te

 

Ciao, sono Michela e di professione sono una psicologa. Mi definirei una persona curiosa e affascinata dal mondo che mi circonda; amo stare a contatto con le persone e rimanere affascinata dalle loro storie. Al contempo, spesso, sento la necessità di riconnettermi con me stessa ritagliandomi del tempo solo per e con me; questo, in più occasioni, mi ha aiutata, permettendomi di ascoltare i miei pensieri e le mie sensazioni.

 

Alla montagna preferisco di gran lunga il mare e alla confusione il silenzio specialmente quello delle prime ore della mattina; sono entrata in contatto con la psicologia nei primi anni della mia adolescenza e da subito ho capito che avrei voluto farne il mio lavoro.

 

Come hai conosciuto l’Associazione Midori?

 

Ho scoperto l’Associazione Midori attraverso l’esperienza di tirocinio professionalizzante della durata di un anno prevista dal mio percorso di studi che ho svolto presso il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Vicenza; sono entrata a farne parte dapprima come volontaria occupandomi dei progetti di sensibilizzazione svolti nelle scuole e del gruppo di Auto Mutuo Aiuto e, a oggi, come psicologa.

 

Il tuo percorso all’interno dell’Associazione si è evoluto, da volontaria a psicologa per i progetti dell’Associazione: come stai vivendo questo cambio di “ruolo”?

 

Sono molto felice di avere avuto questa opportunità perché credo molto nel ruolo che Midori ha nella nostra Vallata; il compito che mi è stato affidato è molto importante per cui cercherò di fare del mio meglio, portando la parte più vera e pura di me.

 

Inoltre, sono molto onorata di poter collaborare con altre colleghe, con le quali svolgiamo differenti attività all’interno dell’Associazione, ed è anche grazie a loro che mi sto formando e arricchendo sempre di più sia da un punto di vista professionale che personale.

 

 

Parliamo del progetto Origami: quale sarà il tuo impegno?

 

All’interno di questo progetto del quale sono onorata di fare parte vengono accolti genitori con figli con Disturbi del Comportamento Alimentare e che, proprio per il momento di vita che stanno affrontando, hanno desiderio e necessità di ricevere supporto e aiuto e confrontarsi con chi, come loro, sta combattendo contro questa malattia.

 

Proprio perché la malattia non colpisce solo chi ne soffre ma anche l’intero nucleo familiare, il mio ruolo di conduttrice del gruppo mi permette di pormi come osservatrice ed ascoltatrice, allo stesso modo, lascia spazio alla condivisione della mia esperienza di professionista nel settore.

 

Pensi che il progetto porterà dei buoni risultati alle persone coinvolte?

 

Credo che questo progetto possa essere un punto di incontro importante per familiari che spesso sentono il bisogno di esternare le loro preoccupazioni e cercare, per quanto possibile, risposte alle loro infinite domande.

 

All’interno del gruppo, infatti, vige la regola fondamentale dell’estremo rispetto e della massima riservatezza di quanto condiviso; credo sia per questo che molti di loro si sentono liberi e protetti nel condividere parti di vita personale che risultano essere utili e arricchenti per tutti coloro che vi partecipano e ascoltano, me compresa.

 

Cosa ne pensi dell’operato dell’Associazione a oggi?

 

Credo che Midori svolga un lavoro di estremo valore per la nostra comunità; i progetti che offre sono aperti ad un vasto pubblico e la grande partecipazione che riscuote ogni proposta dell’Associazione è significativa del bisogno che c’è di parlare e di arricchire le conoscenze rispetto a questi disturbi.

 

Un ultimo consiglio per l’Associazione Midori

 

Midori è nata con l’intento di aiutare l’Altro e riconoscerne il valore e, a oggi, dopo anni di operato, mi sento di dire che ha fatto enormi passi abbattendo molti dei pregiudizi e dei falsi miti rispetto ai Disturbi Alimentari.

 

Continuare a fare formazione con il personale scolastico, gli istruttori sportivi, gli educatori e le famiglie è fondamentale per crescere in una società accogliente e inclusiva oltre che non giudicante verso il prossimo.

 

L’obiettivo di Midori, infatti, è di abbattere i muri del pregiudizio e creare ponti che possano permettere il passaggio dalla non informazione alla conoscenza di tutto ciò che sono, e anche non sono, i Disturbi del Comportamento Alimentare.

https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2023/09/michela-e1695217575840.jpg 594 1200 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2023-09-20 13:50:162023-09-21 19:28:56Al progetto Origami passaggio di testimone

Intervista a Barbara Gamba – L’impatto umano sul sociale di BCC Verona e Vicenza

Aprile 12, 2023/in Interviste, News /da Midori Blog

Quando Antonella mi ha chiesto di intervistare la rappresentante di una banca, mi sono chiesta come mi ci sarei rapportata.

Ho sempre pensato alla banca come un luogo focalizzato sulla materia, emotivamente distante. E io che se non sento calore in ogni rapporto sto scomoda, come sarei entrata in relazione con qualcuno che rappresentava una banca? E come sarei riuscita ad abbinarla a quella cura, dedizione e sfumatura tenue che è Midori per me.

 

Poi ho fatto il numero che mi aveva dato Antonella… e mi ha risposto Barbara.
Barbara Gamba è la responsabile dell’ufficio soci di Banca BCC di Verona e Vicenza, ed è senza dubbio uno di quegli esseri umani che ti fa sentire a tuo agio.

 

La Banca BCC è una banca di credito cooperativo, questo significa che l’attenzione al volontariato e l’impegno sociale sono inscritti nel suo stesso DNA.

 

Mi ha stupito sentire Barbara spiegarmi come l’articolo numero 2 del loro statuto ha la missione di migliorare le condizioni sociali ed economiche del territorio dove la banca opera.
Insomma, questa banca non è un gelido custode di risparmi, bensì una entità che ha un impatto umano sul sociale.

Ho dovuto farmi spiegare i passaggi piccoli, quelli che mi aiutano a mettere a fuoco come le cose succedono per davvero. Barbara me li ha spiegati tutti con dedizione, per farmeli capire sia nella pratica che nel valore intrinseco.

 

Dunque: la banca è fatta di persone, e a me questa frase era sempre suonata uno slogan vuoto. Ecco, Barbara lo ha riempito.
Da oltre 15 anni è alla guida del dipartimento soci, composto da 4 persone che attraverso precise competenze si occupano di curare i rapporti della banca con il territorio.

Lo fanno organizzando azioni chiare ed efficaci come andare nelle scuole per insegnare la sicurezza stradale, sensibilizzare sulle tematiche ambientali e supportare realtà virtuose, specializzate in diversi ambiti. Midori è una di queste realtà.
Barbara ci ha tenuto tanto a trasmettermi come la riuscita di questa missione buona possa avvenire solo grazie a una grande sinergia, che include TUTTE le persone che lavorano in Banca BCC, e di cui lei e il suo team sono un ingranaggio.

 

L’incontro tra Barbara e Antonella si è realizzato grazie all’ esperienza diretta di un collega, che era entrato in contatto con Midori. Da subito Barbara e il suo team hanno compreso il valore dell’associazione e quanto fosse tangibile l’aiuto che Midori dava a chi aveva a che fare con i disturbi alimentari, e con la loro dolorosa complessità.
Hanno segnalato Midori alla direzione e da quel giorno del 2016, Banca BCC supporta costantemente Midori con piccoli contributi e prendendosi carico della realizzazione di tutti i materiali divulgativi.

 

Quest’anno Banca BCC ha anche inaugurato un premio speciale per le associazioni che più hanno fatto la differenza.

Il primo premio è andato a Midori. La cerimonia di premiazione, mi ha raccontato Barbara, è stata una occasione preziosa per dare vita a un incontro umano tra chi conduce le associazioni di volontariato e i soci della banca. Una occasione anche perché la dimensione “di persona” è ormai sempre più rara.

 

Antonella mi aveva detto di quanto si fosse sentita in soggezione all’idea di entrare in un ambiente lontano dalla sua confort zone per parlare con i soci di una banca.

Mi ha stupito sentire che Barbara aveva provato la stessa emozione nell’incontrare Antonella, e che per entrambe invece si era istaurata subito una sinergia capace di appianare l’ansia ed esaltare la positività.

 

Questo incontro è stato molto utile per i soci, mi ha poi detto Barbara, perché ha spostato i punti di vista e aperto uno sguardo emotivo.

C’è una dimensione che accomuna tutti: è quella delle relazioni e delle esperienze umane. Ognuno di noi tocca con le proprie mani le difficolta che ci attraversano e quelle che a volte catturano i nostri cari. Sia che la mattina entriamo in una banca, in una scuola, in un supermercato o un teatro, abbiamo tutti lo stesso luogo dove torniamo la sera: la nostra casa. Ed è di quella casa e delle persone che la popolano che desideriamo prenderci cura; augurandoci che esista una rete esterna di ascolto e supporto, capace di entrare in azione quando non possiamo farcela da soli. Banca BCC è parte di questa rete.

 

Grazie Barbara, mi è piaciuto parlare con te, mi hai regalato un calore che non mi aspettavo.

 

Articolo redatto da Angelica Vincenzi

https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2023/04/2M9A7880-scaled-e1681308898220.jpg 1150 2560 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2023-04-12 14:15:222023-04-12 14:27:08Intervista a Barbara Gamba – L’impatto umano sul sociale di BCC Verona e Vicenza

La Dott.ssa Sala e il Dott. Munno del Centro provinciale DCA si raccontano

Marzo 15, 2023/in Interviste /da Midori Blog

La Dott.ssa Alessandra Sala, dirigente medico psichiatra, responsabile del Centro di riferimento provinciale per i disturbi dell’alimentazione e del peso di Vicenza e il Dott. Vincenzo Munno, dirigente medico endocrinologo, referente medico del Day Hospital del Centro disturbi alimentari, ci raccontano il loro impegno quotidiano e la collaborazione con la nostra Associazione nel progetto finanziato dalla Chiesa Valdese.

 

Buongiorno Dott.ssa Sala e Dott. Munno, grazie per il vostro tempo!

Quanto conta la collaborazione con l’Associazione Midori per il Centro di riferimento provinciale per i disturbi dell’alimentazione e del peso?

 

Quella con l’Associazione Midori è una collaborazione fondamentale per il nostro Centro.

L’Associazione rientra tra quelle riconosciute dal Dipartimento di Salute Mentale e come tale partecipa all’Assemblea del Dipartimento. Entra inoltre a far parte del tavolo Regionale sui disturbi alimentari a cui il Centro a sua volta aderisce.

 

L’Associazione si pone come interfaccia tra utenti, famiglie e Servizio, diventando punto di riferimento per quei familiari che nel lunghi percorsi di cura di un loro caro necessitano di supporto, incoraggiamento, informazioni, ecc..

Essere sostenuti da altri familiari “esperti” può fare la differenza e questo tipo di supporto va ad integrarsi e completare gli interventi specifici che vengono forniti dai Centri di cura ai familiari (percorsi psicoeducativi, trattamenti familiari o individuali ecc..).

 

L’associazione è uno sostegno e allo stesso tempo uno stimolo alle iniziative del Centro.

Il sostegno è diretto e indiretto, nel primo caso perché finanzia progetti e attività che vengono effettuate al Centro.

Midori è stata in particolare molto utile nel sostenere i costi non previsti dall’Azienda Aulss, ma importanti nel percorso riabilitativo dell’utenza (ad esempio per attività come yoga, arte terapia, pet terapy, musicoterapia).

 

Indirettamente ci sostiene invece seguendo lo sviluppo del Centro e le sue attività, dando feed-back sia alla Direzione Aulss che alla stampa, valorizzando e informando familiari e cittadini sul funzionamento del Centro e in generale sui percorsi di cura per questi disturbi.

 

Questa collaborazione si è sviluppata anche con attività più specifiche di informazione ed educazione rivolte alla popolazione, o a specifici target: conferenze, incontri aperti al pubblico generale, oppure progetti educativi e preventivi per studenti, insegnanti ecc,

 

Infine l’associazione è uno stimolo nell’indicare lacune o nel raccogliere la domanda degli utenti, nonché nell’evidenziare nuovi bisogni: di qui lo stimolo a lavorare su nuovi progetti ad esempio quelli rivolti alle scuole, l’attività per i fratelli, l’attività a domicilio, ecc.

 

 

Tra gli altri progetti, avete potuto beneficiare attraverso l’Associazione Midori del sostegno della Chiesa Valdese. Ci potete raccontare quali sono le attività che sono state rese possibili grazie a questi fondi?

 

Il trattamento dei gravi disturbi dell’alimentazione, particolarmente l’Anoressia nervosa e la Bulimia nervosa necessita di interventi multidisciplinari e diversi livelli di cura.

Il trattamento ambulatoriale è il primo e il preferibile quando le condizioni cliniche lo permettono mentre i livelli più intensivi di ricovero semiresidenziale in day hospital o residenziale si rendono necessari nei casi più gravi.

In particolare sono più a rischio per possibili ricadute i periodi successivi alla conclusione dei trattamenti più intensivi.

 

Per questo motivo abbiamo realizzato un intervento specifico di assistenza con terapeuti specializzati nel trattamento dei disturbi alimentari “a domicilio”, rivolto soprattutto agli utenti al termine del trattamento riabilitativo semiresidenziale in day hospital e, in casi selezionati, agli utenti in attesa di iniziare il trattamento riabilitativo in day hospital.

 

Questo intervento “a domicilio” ha avuto lo scopo di supportare l’utente nell’ambito del suo contesto familiare.

 

Avete riscontrato dei miglioramenti o un impatto positivo?

 

Sono stati effettuati incontri di preparazione sia con gli utenti che con i genitori per presentare il progetto e degli incontri settimanali di intervento in base alla gravità.

 

Possiamo dire di aver avuto un riscontro decisamente positivo, sia per la riduzione delle ricadute nel periodo successivo alla conclusione dei ricoveri riabilitativi che per l’attenuazione del peggioramento nella fase preparatoria al ricovero in day hospital.

 

Quali sono i professionisti che sono stati coinvolti oltre a voi?

 

Gli interventi “a domicilio” sono stati attuati con due figure professionali, una psicologa e una dietista formate e specializzate nel trattamento dei disturbi alimentari con la supervisione e il coordinamento medico, focalizzando l’attività sull’osservazione e il supporto nella gestione dei pasti in questi contesti e mirando ad una più funzionale competenza anche dei familiari presenti (genitori, fratelli, sorelle, nonni).

 

Come sono cambiati, secondo la vostra esperienza, l’approccio e la conoscenza ai DCA in questi anni?

 

I disturbi alimentari sono patologie complesse e multifattoriali; sappiamo che per manifestarsi necessitano di una serie di condizioni favorenti, genetiche, familiari, sociali e biologiche.

Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito non solo ad espressioni della malattia quasi sconosciute in passato (basti pensare ai disturbi che oggi definiamo ortoressia e vigoressia) ma anche alla progressiva precocità dell’età di esordio anche delle malattie più gravi come l’anoressia nervosa o all’aumento di queste malattie nei soggetti di genere maschile.

 

Le nuove conoscenze in ambito scientifico e una sempre maggiore sensibilizzazione su queste malattie ha permesso di strutturare dei trattamenti sempre più efficaci e tra i tanti ci piace sottolinearne uno che si è dimostrato particolarmente utile, il coinvolgimento dei familiari nella terapia.

Infatti, la ricerca ha dimostrato i vantaggi delle tecniche terapeutiche familiari, dei trattamenti basati sulla famiglia e del coinvolgimento attivo dei familiari quale risorsa indispensabile nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione.

 

Infine, per i cambiamenti nella società negli ultimi decenni, che hanno progressivamente ridotto il tradizionale sostegno una volta offerto da conoscenti e familiari, rivestono sempre più importanza forme alternative di aiuto reciproco come ad esempio i gruppi di auto-aiuto.

 

Cosa potrebbe fare l’Associazione Midori per migliorare la sensibilizzazione e la conoscenza di queste patologie?

 

Se parliamo dell’informazione in generale in questi anni si è assistito a un notevole aumento di interesse su queste tematiche, con utilizzo di modalità di comunicazione di maggior impatto sul grande pubblico (docufilm in tv, utilizzo dei social, ecc..).

Non sempre purtroppo le informazioni veicolate sono corrette e può esserci il rischio di impattare in modo negativo sulla popolazione giovanile (ad esempio stimolando comportamenti di imitazione), ma sicuramente c’è una conoscenza maggiore del problema con diminuzione dello stigma e maggiore possibilità di arrivare a chiedere aiuto in tempi brevi.

Se parliamo invece delle conoscenze nel mondo scientifico, si è verificato negli ultimi anni un trend di crescita per quanto concerne il lavoro di ricerca e di studio in questo campo: sappiamo di più sulle basi genetiche e biologiche dei disturbi, ma anche quali sono gli approcci di cura con maggiori evidenze scientifiche.

Tutto ciò è recepito da linee guida e protocolli, sia a livello di società scientifiche che per quanto riguarda le legislazioni nazionali e regionali (vedi il recente il PTDA della Regione Veneto).

 

Un consiglio a tutte le volontarie dell’Associazione Midori

 

Direi di continuare quello che sta già facendo!

 

Il lavoro dell’Associazione degli ultimi anni, le iniziative pubbliche come il Forum, le conferenze e pubblicazioni hanno certamente contribuito a migliorare la conoscenza del problema a livello locale, presso la popolazione generale, ma anche in chi può trovarsi più direttamente coinvolto nei percorsi di cura (famiglie, insegnanti, gli stessi operatori sanitari), abbassando lo stigma e l’isolamento in cui utenti e familiari in passato si sono trovati.

 

C’è sicuramente ancora molto da fare a livello politico/amministrativo, in quanto le risorse destinate alla cura restano inferiori alle necessità, specie tenendo conto che dell’aumento di richieste verificatesi degli ultimi anni e del cambiamento di tipologia dell’utenza (abbassamento dell’età di esordio, multiproblematicità dei casi in trattamento, ecc…).

Infine è fondamentale che le associazioni sostengano progetti di ricerca e tengano vivo l’interesse dei media, perché non considerino questo argomento una “moda” passeggera, ma a loro volta stimolino le istituzioni a occuparsi del problema.

 

Il consiglio ai volontari e volontarie Midori è di tenere vivo l’entusiasmo che li caratterizza e la solidarietà e la vicinanza che esprimono a chi si avvicina all’Associazione.

L’invito è di proseguire con le iniziative già in atto, mantenendo sempre lo spazio di accoglienza e supporto alle famiglie con gli sportelli e i gruppi di auto-aiuto.

 

https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2023/03/COVER-FB.jpg 924 1640 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2023-03-15 15:16:242023-03-20 19:53:13La Dott.ssa Sala e il Dott. Munno del Centro provinciale DCA si raccontano

Elena Fioraso, dietista, si racconta a Midori

Febbraio 9, 2023/in Interviste, News /da Midori Blog

Elena Fioraso, dietista e collaboratrice per progetti finanziati dall’Associazione Midori, ha scelto di raccontarsi.

Da quando è iniziata la sua collaborazione con Midori quali sono stati o sono i progetti che l’hanno coinvolta?

Sono stata contattata dalla Presidente Antonella Cornale che mi ha proposto di collaborare. Midori la conoscevo perchè avevo chiesto di fare tirocinio al Centro Provinciale per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Vicenza e lì l’ho scoperta. Ho seguito in tutto tre progetti da agosto 2021, in supporto ai due dietisti che già c’erano.

Il primo progetto che ho seguito (finanziato con risorse del 5×1000) mi ha impegnata al day hospital e in ambulatorio, a seguito del notevole aumento dei casi (situazione aggravata dagli effetti post-Covid).

Nel secondo è stato finanziato dalla Chiesa Valdese e si è concluso a dicembre 2022, il mio lavoro consisteva nella gestione dei pasti a domicilio, ossia l’assistenza durante i pasti con l’aiuto e l’affiancamento anche della psicologa.

Il terzo e ultimo progetto (finanziato con una donazione) si è reso necessario per coprire provvisoriamente la sostituzione di una dietista; sempre al day hospital ma anche al bisogno per alcune visite ambulatoriali.

Come ha vissuto questi incarichi e cosa le hanno portato a livello personale e professionale?

Mi ha fatto molto piacere la proposta di rinnovare la collaborazione.

Nei disturbi alimentari si vedono spesso situazioni molto difficili e si ha a che fare con ragazzi a volte anche molto giovani, principalmente dai 12 ai 19 anni.

Purtroppo non si tratta di intervenire su una semplice patologia, ma di situazioni più complicate che coinvolgono a 360° la persona.

In questo senso, rispetto agli altri centri privati in cui ho esercitato, ho avuto la possibilità di lavorare in equipe e conoscere anche il lavoro di altre figure, perchè ogni singolo ragazzo è preso in carico da diversi professionisti.

Ci sono tante persone che collaborano per lo stesso caso.

L’Associazione Midori cerca di essere in prima linea nella sensibilizzazione dei disturbi alimentari e nel supporto al Centro DCA, secondo la sua esperienza com’è cambiata la conoscenza di queste patologie?

Rispetto ad anni fa, quando i disturbi alimentari non erano considerati come una malattia, c’è molta più ricerca del problema e informazione anche attraverso le scuole.

Il covid e l’emergenza sanitaria hanno causato una crescita esponenziale dei casi, quindi l’attenzione si è inevitabilmente alzata.

In questi ultimi tempi, poi, si è abbassata tanto l’età media di insorgenza, ma forse questo dipende anche dal fatto che adesso c’è più consapevolezza e quindi ci si accorge prima.

Un consiglio e un augurio per l’Associazione Midori

Per me Antonella e tutti i volontari stanno facendo un ottimo lavoro, sono molto preparati.

La mia speranza e l’augurio è che riescano ad avere sempre più fondi e a farsi conoscere di più così da riuscire a portare avanti tante attività di informazione e sensibilizzazione.

https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2023/02/COVER-FB-1.jpg 924 1640 Midori Blog https://www.associazione-midori.it/wp-content/uploads/2020/09/Logo-Midori-2.png Midori Blog2023-02-09 21:21:472023-02-13 20:59:51Elena Fioraso, dietista, si racconta a Midori
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Disturbi alimentari – Veneto
Centro Provinciale per DCA ULSS 8 Berica
Ambulatori DCA – Distretto 1 e 2 – ULSS 7 Pedemontana
Società Italiana per lo Studio dei Comportamenti Alimentari
Coordinamento Nazionale DCA
BEAT – UK Eating Disorder Charity
NEDA – USA National Eating Disorders Association


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