AIUTARE UNO STUDENTE

Mentre i disturbi alimentari possono colpire chiunque, di qualsiasi età, i giovani sono a rischio in modo particolare. Sappiamo che prima viene trattato un disturbo alimentare, maggiori sono le possibilità che qualcuno abbia di riprendersi completamente. Gli insegnanti e il personale delle scuole e delle università sono in una posizione privilegiata per individuare i primi segni di un disturbo alimentare e gli istituti scolastici possono prendere provvedimenti per affrontare i disturbi alimentari a diversi livelli. Sono fortemente raccomandate nelle scuole di ogni ordine e grado politiche che si occupano di salute e benessere, mirano a prevenire il bullismo, stabilire connessioni con i servizi sanitari e a predisporre un’adeguata formazione e sviluppo per il personale sui temi del benessere emotivo.

IL BULLISMO

Il bullismo è un fattore di rischio particolare nello sviluppo di disturbi alimentari. Anche prendere in giro diffondere commenti sull’aspetto fisico di qualcuno può avere un effetto negativo su chi è vulnerabile allo sviluppo di un disturbo alimentare. E’ importante sapere che qualsiasi tipo di bullismo (non solo quello che mira a criticare il peso o l’aspetto corporeo) può portare la vittima ad avere una una bassa autostima, che è una caratteristica chiave di un disturbo alimentare.

E’ fondamentale che fin dalla scuola dell’infanzia e dalla scuola primaria vengano inclusi progetti di alfabetizzazione emotiva, in modo da rendere i giovani forti di fronte ai media e alle difficoltà che incontreranno nella preadolescenza e nell’adolescenza.

INDICATORI DI DISTURBO ALIMENTARE

Ci sono alcuni segnali, che possono diventare particolarmente evidenti nell’ambiente scolastico, che sono indicatori di un possibile disturbo alimentare, per esempio quando un alunno/a:

  • Si isola socialmente
  • Mangia sempre da solo/a (o di nascosto)
  • Fa fatica a concentrarsi
  • È spesso stanco/a
  • È spesso irritabile
  • Ha bassa fiducia in se stesso e autostima
  • È ansioso
  • Ha un comportamento con tratti ossessivi o di rigidità
  • È perfezionista e auto definisce standard personali irragionevolmente elevati
  • Compie atti di autolesionismo
  • Dimostra continue variazioni di peso

Gli insegnanti possono notare un maggiore isolamento sociale e i livelli di concentrazione diminuiranno se il cibo è molto limitato. Funzioni superiori come il pensiero astratto vengono “spente” se il carburante che   raggiunge il cervello è insufficiente. Gli alunni possono avere grandi aspettative nei confronti del loro rendimento scolastico e il risultato positivo nelle verifiche può essere seriamente compromesso quando qualcuno ha un disturbo alimentare. La salute deve venire prima di tutto, e questo può significare che gli alunni possono doversi assentare per mesi da scuola per sottoporsi a cure. La motivazione di stare abbastanza bene per continuare con gli studi può aiutare qualcuno ad accettare la necessità del trattamento.

È importante il collegamento degli insegnanti con l’equipe medica se un allievo è in trattamento. La maggior parte dei giovani viene curata ambulatorialmente, quindi rimane a casa e continua a frequentare la scuola durante il trattamento. Se è necessario che un alunno sia seguito in trattamento di day hospital o in ricovero 24 ore, la scuola deve informare i genitori della possibilità di chiedere l’istruzione domiciliare o ospedaliera.

Il passaggio da una scuola superiore all’università è un momento importante e sottoposto ad un rischio maggiore se qualcuno ha un disturbo alimentare e deve  essere gestito con cura. Passare all’università può portare nuove sfide molto difficili per chi soffre di un disturbo alimentare: per esempio essere lontani da casa e dover gestire i pasti in autonomia, dover fare nuove amicizie e affrontare nuove esigenze accademiche. Stare lontano dai propri contatti e dalla propria famiglia può rendere più difficile la situazione. I nuovi amici potrebbero non notare i segnali della malattia o sapere cosa fare. L’ansia di trovarsi in un ambiente non familiare, con maggiori pressioni, può aumentare i rischi per la persona con il disturbo alimentare. Cucinare da soli o trovare sufficienti alimenti “sicuri” serviti nella ristorazione studentesca può essere difficile. Fornire continuità dell’assistenza sanitaria a qualcuno in trattamento per un disturbo alimentare è un’altra difficoltà, poiché possono essere coinvolti nuovi medici e altri operatori sanitari.